Quella di Amici di Don Bosco è considerata una grande famiglia. Per questa ragione, mi permetto di mischiare ancora una volta professionale e privato per condividere un ricordo familiare.
Pochi giorni fa, per la mia famiglia nel novero delle vittime del covid una ha assunto i tratti di un volto caro: quello del nostro amato cugino Valerio Fenoglio, missionario della Congregazione dei Padri Somaschi. L’ultima sua terra di missione è stata il Mozambico, dove si è spento, a Maputo, per le devastanti conseguenze del coronavirus e della malaria.
Ma il luogo che per varie ragioni padre Valerio portava nel cuore – e il motivo per cui ho il piacere di ricordarlo su questa pagina – erano le Filippine.
“Chi può dimenticare quella benedetta mattina di Natale del 1980 in cui padre Caesar De Santis ed io siamo atterrati all’aeroporto internazionale di Manila e ci siamo uniti a don Giovanni Tarditi per formare la prima comunità somasca dell’intero continente asiatico? Quale giorno sarebbe potuto essere più adatto per la ‘nascita’ della presenza somasca in Asia?”.
Si legge così nel messaggio che ha scritto in occasione del 40° anniversario della presenza missionaria dei Padri Somaschi nelle Filippine, che coincidono anche con i 40 anni della sua personale esperienza missionaria.
Un inizio “timido e silenzioso come un germoglio” che in due decenni si è trasformato in quello che lui stesso ha definito il “miracolo filippino”, per lui il periodo più gioioso della sua vita.
È stato poi in India, Sri Lanka, Australia, poi è stato inviato in Nigeria e infine in Mozambico. “Posso dire con totale sincerità che ho amato tutti i luoghi in cui mi ha mandato l’obbedienza religiosa, e in ogni luogo ho trovato persone degne di stima, amore e gratitudine. Ma il ‘Perlas ng Silanganan’ (Perla d’oriente) resta il Paese dove sono riuscito a raggiungere il livello più profondo di assimilazione culturale, grazie anche ai miei piccoli amici Pinoy (Filippini) che mi hanno insegnato il nostro bellissimo ‘wikang pambansa’ (lingua nazionale) che ancora oggi utilizzo su Facebook con i miei innumerevoli amici filippini!”. Credo che questo possa rincuorare e infondere entusiasmo nelle nostre coppie in attesa di accogliere un bambino filippino.
In quella che i somaschi hanno identificato come la provincia “Madre degli orfani”, padre Valerio e i suoi confratelli si sono spesi con amore e dedizione soprattutto verso i più piccoli e i più poveri.
Mi piace ricordarlo con le sue parole, che trovo estremamente rassicuranti e che sento come un bell’incoraggiamento quotidiano: “Se dovessi ricominciare tutto da capo eviterei ovviamente molti errori commessi, ma sono pienamente fiducioso che, quando agiamo con buone intenzioni, ‘Dio scrive dritto sulle nostre linee umane storte’!”
Elisabetta Gatto