Il governo delle Filippine ha dichiarato a inizio agosto una “epidemia nazionale di dengue” in seguito ad un forte aumento dei decessi causati da questo virus nel Paese: dall’inizio dell’anno – ha reso noto il ministero della Sanità, secondo quanto riporta la Bbc – almeno 622 persone hanno perso la vita e al 20 luglio scorso sono stati registrati almeno 146.000 casi, il 98% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In luglio Manila aveva dichiarato un “allerta nazionale” a fronte del dilagare del virus. (Ansa)
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Ferma condanna della violenza, solidarietà alle vittime, vicinanza alla popolazione del Sud delle Filippine: è quanto hanno espresso i Vescovi cattolici delle Filippine, all’indomani dell’attentato terroristico che, con due esplosioni, ha colpito i fedeli riuniti nella Cattedrale sull’isola di Jolo, nella provincia di Sulu, nelle Filippine meridionali, domenica 27 gennaio, uccidendo 20 persone e lasciando 84 feriti. La Conferenza episcopale delle Filippine, riunita in assemblea plenaria a Manila, ha descritto l’incidente “atto di terrorismo”, assicurando “condoglianze e preghiere per le vittime e i loro familiari” e chiedendo a Dio “di porre fine alla violenza”.
“È davvero un atto satanico che tutte le religioni devono condannare”, hanno aggiunto a Fides il Cardinale Orlando Quevedo, Arcivescovo emerito di Cotabato ed ex parroco a Jolo, e l’Arcivescovo Angelito Lampon, per molti anni Vicario Apostolico di Jolo, deplorando il vile attacco compiuto “in un giorno sacro e in un sacro momento di adorazione”. “Questa è un’azione di persone malvagie, che hanno assoluto disprezzo per la sacralità della vita umana e della dignità umana”, hanno detto.
I due leader della Chiesa hanno anche fatto appello alle autorità “per stanare gli autori di questo crimine barbaro e consegnarli alla giustizia”. “Possano tutte le nostre religioni di pace guidarci nella nostra ricerca di un futuro più luminoso per i popoli di Mindanao”, hanno detto.
La prima esplosione è avvenuta ieri verso le 8:30 (ora locale) mentre era in corso una messa domenicale nella Cattedrale di Nostra Signora del Monte Carmelo, nella città di Jolo. La seconda si è verificata all’ingresso della chiesa alle 11 circa, quando erano arrivati i soccorsi e gli agenti di polizia, cinque dei quali sono rimasti uccisi.
Mentre le Forze Armate delle Filippine (AFP) hanno provveduto a far evacuare i fedeli e ad assicurare l’area, lo Stato Islamico ha rivendicato la responsabilità dell’attacco, emettendo un comunicato ufficiale in cui si parlava di due attentatori suicidi. Secondo le autorità, tra i probabili autori vi è il gruppo terrorista “Abu Sayyaf, attivo nell’area fin dagli anni ’90.
Le esplosioni si sono verificate una settimana dopo il referendum sulla Legge fondamentale di Bangsamoro, che istituisce una nuova regione la Regione Autonoma a Mindanao. Sebbene i risultati globali del referendum hanno visto una maggioranza schiacciante degli elettori approvare la “Bangsmoro Organic Law”, proposta dal governo e già passata in Parlamento, va notato che nella provincia delle isole Sulu, dove si trova l’isola di Jolo, la maggioranza della popolazione ha votato contro la BOL. La nuova legge darà un nuovo assetto alla regione istituendo la Regione autonoma di Bangsamoro nella Mindanao musulmana (BARMM), che dovrebbe correggere le storiche ingiustizie commesse contro i musulmani della regione (oltre 5 milioni) nel corso degli secoli. La nuova regione, infatti è un’entità politica che consente alle popolazioni un regime di autogoverno in materia fiscale e amministrativa, lasciando al governo centrale la politica estera e la sicurezza. (Fides)
“Abbiamo bisogno di mantenere vivo il ricordo del passato, delle tragedie passate, e imparare dalle pagine nere della storia per non tornare mai più a commettere gli stessi errori”. È l’appello del Papa, nel giorno in cui si celebra la Giornata internazionale della memoria delle vittime dell’Olocausto. “Continuiamo a sforzarci, senza sosta, di coltivare la giustizia, di far crescere la concordia e sostenere l’integrazione, per essere strumenti di pace e costruttori di un mondo migliore”, ha proseguito Francesco, durante la visita alla Casa Hogar del Buen Samaritano, penultima tappa pubblica del suo viaggio a Panama per la Gmg.
Il Papa ha espresso la sua “più ferma riprovazione” per l’attentato terroristico nelle Filippine, che ha mietuto vittime, nella cattedrale di Polo, mentre era in corso la celebrazione dell’Eucaristia. “Ribadisco la mia più ferma riprovazione per questo episodio di violenza, che reca nuovi lutti in questa comunità cristiana, ed elevo le mie preghiere per i defunti e per i feriti”, le parole di Francesco: “Il Signore, Principe della pace, converta il cuore dei violenti e conceda agli abitanti di quella regione una convivenza serena”. Poi il Papa ha fatto i nomi dei giovani allievi della Scuola Cadetti di Polizia “Generale Francisco de Paula Santander”, in Colombia, uccisi dall’odio terrorista: “Questi giovani sono stati un’offerta nella Messa, e in ricordo di essi mi permetto in questo Angelus di nominarli, e ciascuno nel proprio cuore, se non ad alta voce nel proprio cuore, dica quella parola che si usa dire in queste istituzioni quando si nomina un morto: ‘presente’”. “Ti preghiamo, Signore, di concedere loro la pace, e che anche al popolo colombiano Tu conceda la pace”, l’invocazione finale, prima della benedizione. (Sir)
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