Credo che finiremo negli annali dell’Associazione per la lunga attesa.
Adesso, dopo, 5 anni lo raccontiamo con leggerezza ma far passare 1 anno, 2 anni, 3 anni, 4 anni e 7 mesi senza nessun segno da parte delle Filippine è stato lungo e snervante e ne sanno qualcosa in Associazione. Ci hanno sempre sopportato nelle nostre lamentele e confortato nelle nostri periodi bui e di depressione. Adesso, con il senno di poi, pensiamo che abbiamo atteso così tanto perché doveva essere lui… e soltanto lui.
Ma andiamo con ordine.
Ho ancora la mail della Segreteria del 2 marzo 2015:
“Gentile signora, spero che in settimana non abbiate impegni”
Un colpo al cuore. Sapevo che dietro a quelle poche parole c’era l’inizio della nostra nuova vita. Pochi giorni dopo eravamo in Associazione a leggere la relazione del nostro “ninin” (in piemontese, è un vezzeggiativo che si usa per indicare un bimbo piccolo), come lo definì la psicologa. Ci hanno presentato nostro figlio: uno splendido bambino di 2 anni e 7mesi. Ricordo le lacrime di mio marito, ricordo che ci dissero che potevamo prenderci qualche giorno “per pensarci”: firmammo immediatamente.
Il 15 agosto 2015 salivamo sull’aereo che ci avrebbe portato ad abbracciare nostro figlio.
L’incontro in aeroporto con Fr. Greg. Una figura straordinaria che ci ha accompagnato per tutto il periodo della nostra permanenza a Manila.
Il 17 agosto 2015 Fr. Greg ci accompagna nell’orfanotrofio dove viveva da tre anni nostro figlio. Prima dell’incontro con il nostro “ninin” i pensieri erano diversi e contrastanti … ovviamente la felicità per essere ad un passo da realizzare il nostro sogno di diventare genitori ma anche l’ansia che non ci fosse quell’empatia che è necessaria per iniziare un nuovo rapporto. E se non gli piacciamo? E se non ci vuole? E non provo per lui l’amore necessario?
Beh … TUTTE SCHIOCCHEZZE.
È bastato che si aprisse quella porta davanti a noi … ed eccolo lì … il nostro bambino, due occhietti neri e vispi, i suoi capelli neri, con le sue braccine protese verso di noi in cerca proprio nel nostro abbraccio … dei nostri baci: dei suoi genitori. In quel preciso istante tutto si è ricomposto, tutto ha preso un senso. All’improvviso mi sono resa conto che era impossibile che non ci fosse empatia, era impossibile non amarlo all’istante, e da quel preciso istante ci è parso impossibile pensare alla nostra vita senza di lui.
Sono trascorsi quasi 5 anni dal nostro primo incontro e non ricordiamo più com’era la nostra vita prima del suo arrivo.
Rosella & Roberto