“Il bambino chiama la mamma e domanda:
“Da dove sono venuto? Dove mi hai raccolto?”
La mamma ascolta, sorride mentre stringe al petto il suo bambino.
“Eri un desiderio dentro al cuore.”
Tagore
Al mio più grande amore, mia figlia Alexandra
Tutto ebbe inizio nel Dicembre 2006, quando mio marito ed io decidemmo di inoltrare domanda di Adozione al Tribunale dei Minori di Lecce. La scelta dell’adozione non è stata mai un ripiego, l’ultima spiaggia di una coppia amareggiata dal non aver avuto figli naturali, tanto meno una scelta di serie B ma, al contrario, una scelta consapevole e desiderata. Sin dal lontano 1986, eravamo ragazzi, il nostro desiderio era quello di avere una famiglia numerosa e multietnica. Tuttavia, le cose sono andate diversamente e in un’altra direzione.
I colloqui con i giudici, gli psicologi, gli assistenti sociali e i formatori del settore, sono stati moltissimi, in questi anni e l’iter burocratico previsto dal percorso adottivo, lungo e difficile.
Anche i nostri momenti di sconforto e solitudine, come quelli di speranza e di gioia sono stati tanti.
Non ci siamo, tuttavia, mai arresi. Abbiamo ancora in mente i difficili test della personalità MMPI, gli esami medici, il decreto d’idoneità, le relazioni sociale e psicologica, le lettere di referenze e tanto altro ancora.
Abbiamo rimosso tutto però, insieme ai momenti di fatica, d’imbarazzo, di delusione e di rabbia di fronte alle richieste e alle prove che il percorso richiede, nel preciso istante, tanto atteso, di andare a incontrare nostra figlia.
Ho tentato tante volte di iniziare a raccontare, questa storia, cercando di mettere un ordine ai milioni di pensieri e parole che si affollavano nella mia mente.
Le parole sono importanti e, forse, aspettavo di scegliere le più belle, le più giuste, le più efficaci per descrivere la storia più importante della mia vita, l’Incontro con mia figlia Alexandra.
Le parole sono povere di fronte a quel che si prova da questa esperienza.
Il calore, tuttavia, dimostratoci in ogni momento, dalle persone che erano “responsabili” della nostra permanenza nel Paese, ci ha fatto sentire accolti e al “sicuro”.
Tornando a quel 22 Febbraio 2013, quella mattina speciale, rimarrà per sempre indelebile nella mia memoria.
Avevamo “incorniciato” il nostro piccolo appartamento a Manizales, dove nel frattempo ci eravamo trasferiti, di palloncini colorati e striscioni di “Bienvenidas Alexandra” a caratteri cubitali, per salutare e accogliere festosi la nostra bambina; le note erano quelle di Shakira, musica che Alexandra ama tanto ascoltare e ballare.
Alle 10.30, circa, di una mattina di sole, finalmente, lo squillo del campanello. Era Alexandra, accompagnata da due responsabili dell’ICBF e da Suor Maria Eugenia!
Che Festa! Ci siamo stretti tutti e tre in un grande abbraccio e tutto era gioia, baci, sorrisi, lacrime, balli; i nostri visi, i nostri occhi, tutti per Alexandra, così piccola, leggera, sorridente, con le sue treccine colorate, era radiosa e bellissima!
Che dire… siamo diventati da subito una famiglia e lo siamo ancora di più oggi e lo saremo per sempre!
La mia bellissima esperienza dell’Incontro con mia figlia Alexandra, mi ha insegnato a capire che l’adozione in genere e l’adozione internazionale nel mio caso, si basa sull’Amore, nel senso vero del termine, vale a dire nel preferire l’altro a sé.
A cuore aperto, si ama un bambino che non si conosce, di un amore incondizionato e immutevole. Ci si lega a lui per sempre, qualunque cosa accada.
Un bambino che ha vissuto da solo, per tanto tempo, ha bisogno di coccole e sicurezza e soltanto le braccia di una mamma possono e devono diventare, nell’ammaternamento, un nido accogliente e sicuro, capace di avvolgerlo e proteggerlo.
E lui ci ripagherà di tutto, ne sono fermamente convinta. E’ meraviglioso sentir dire da mia figlia: “Mamma, sei la migliore mamma che ho mai avuto e ti voglio, tanto, tanto, tanto bene”.
E citando Saint Exupery, come disse il piccolo principe alla volpe:
“Che cosa vuol dire addomesticare?”
“E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…”.
“Creare dei legami?”.
“Certo”, disse la volpe. “Tu, fino a ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”.Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe, ed. Bompiani – pp.91-92
Dolores, Salvatore, Alexandra