L’incontro di CorRelazioni dedicato alle relazioni di coppia ha offerto molti stimoli di riflessione, tante sollecitazioni e chiavi di lettura. Li abbiamo lasciati decantare e abbiamo chiesto alle famiglie partecipanti di “restituire” gli echi che le voci di Simone e Aroti del gruppo degli AAA hanno suscitato in loro, come persone e come genitore (in attesa o già “nell’esercizio delle funzioni”). Ne abbiamo raccolti alcuni che riportiamo qui di seguito, in attesa di un appuntamento bis sullo stesso tema sabato 31 ottobre alle 15 sempre in modalità online.
“Il tipo di incontro a cui abbiamo partecipato è efficacissimo perché gli adottati adulti danno a noi genitori degli spunti importanti per rinforzare magari gli adottati più giovani nelle nostre famiglie. La qualità è stata molto alta perché Simone e Aroti si sono raccontati con grande sincerità e senza filtri.
Molto apprezzata la riflessione sulla paura di esporre il proprio vissuto di adottato in una relazione e la riflessione sul fortificarsi con le esperienze e capire che nella relazione non ci si deve sentire soggiogati dall’altro”.
Antonella e Giampiero
“Innanzitutto un grande grazie ad Aroti e Simone per quello che hanno raccontato e per la condivisione della loro vita: è sorprendente e miracoloso vedere dei ragazzi che ce l’hanno fatta e sanno rileggere la loro vita. Alcuni spunti sono stati decisamente illuminanti, un esempio fra tutti il perché di tante maternità in età così giovane tra i figli adottati che ho visto anche in compagni di scuola dei miei figli con la loro stessa storia.
Mi rimane però aperta la domanda su quale possa essere il ruolo della famiglia adottiva nel percorso affettivo di questi figli. Da quello che ho letto della storia di Aroti mi sembra evidente che possa essere stata fonte di ulteriori ferite, dolori e traumi. Anche dal racconto di Simone sembra così: l’affermazione sul fatto di sentirsi come il figlio che avrebbero voluto e quindi come il figlio che non c’è stato e non il figlio che c’è, mi sembra descriva bene la situazione. Siamo genitori o futuri genitori che hanno ancora spazi di lavoro con i propri figli e se partecipiamo a questi incontri è perché non vogliamo perderli”.
Pia
“Dal punto di vista dell’efficacia, a noi l’incontro ha trasmesso molto, pur con le limitazioni del mezzo che non permette la partecipazione emotiva di un incontro di persona. In ogni caso ne è ampiamente valsa la pena”.
Silvia ed Ezio
“Aroti e Simone, con quanto hanno condiviso e anche con la sola presenza, ci hanno regalato davvero un mondo di emozioni e preziose occasioni di addentrarci nel loro vissuto. Preziose non solo perché intime e commoventi, ma anche perché potrebbero aiutarci a trovare una chiave di lettura su quanto vivono i nostri ragazzi adottivi e, se posso, anche quelli biologici. Pensando a mio figlio mi è sorta subito una domanda. Ma come hanno fatto a fare questo salto di qualità? Mi spiego: come sono passati dal loro personale cammino al meraviglioso cammino di condivisione anche con altri? Sarà sicuramente carattere, oppure aver avuto l’occasione, ma credo che qualcosa abbia toccato il loro vissuto per avergli dato la forza di mettere sul piatto le loro esperienze.
Non c’è dubbio che l’incontro su questo tema abbia smosso tante riflessioni e sicuramente mi ha reso più attenta e aperta all’ascolto di quanto viene detto e di quanto viene non detto dai nostri ragazzi. Ritengo la qualità di questa proposta al top. Il connubio genitori, tema interessante ed esperienze già vissute da ragazzi credo sia vincente. Non sono solo parole ma esperienze messe a disposizioni per la crescita altrui. Possono fare o non fare al caso nostro ma sono sempre arricchenti.
Da quando abbiamo incontrato l’associazione, ormai anni e anni fa, ne abbiamo subito valorizzato i punti di forza: chiarezza, umanità, rapporti personali e la, a volte scomoda, immensa schiettezza! Questo tipo di incontri credo che siano perfettamente in linea con l’essere associazione.
In sintesi credo che il lavoro del gruppo AAA, attentamente guidato, possa andare a centrare più di un obiettivo e noi genitori adottivi non possiamo che ringraziare”.
Barbara e Sergio