L’avevamo sentito dire da diverse coppie, ce l’avevano ripetuto fino alla noia gli operatori sociali e gli psicologi: la seconda adozione è molto diversa dalla prima e, soprattutto, è più faticosa. Ebbene, è vero. Ma altrettanto bella e meritevole di essere vissuta!
Tre anni dopo aver adottato Diego e aver vissuto un’esperienza bellissima con lui decidiamo di diventare nuovamente genitori di una splendida bimba di 5 anni, la nostra Ana Rosa.
Ed è proprio qui che si insinua il rischio: come ci hanno ripetuto la psicologa e l’assistente sociale, la bimba avrebbe modificato un equilibrio familiare consolidato e oltre alla nuova arrivata avremmo dovuto “reinserire” al giusto posto anche il primogenito.
Aspettiamo a comunicare la notizia a Diego, non sapendo ancora nulla sulla tempistica di accettazione dell’ICBF e ancor meno sulla data di partenza.
Infatti il tempo passava e nessuna notizia certa proveniva dalla Colombia.
Poi finalmente una bella notizia: si parte.
Arriva il giorno dell’incontro. L’emozione è naturalmente alle stelle e Diego con la sua giovialità ci aiuta tantissimo a tenerci sereni e lucidi per vivere al meglio questo momento.
Alla sede dell’ICBF di Medellin, prima di incontrare Ana Rosa, dobbiamo sostenere un lungo colloquio con la Defensora de Familia, che ci illustra la storia e le abitudini di Ana Rosa.
In quel momento abbiamo capito quanto sia stato fondamentale aver imparato un po’ di spagnolo, non solo per capirsi con i bimbi, ma anche nei confronti degli operatori dell’ICBF.
Come sempre accade in questi momenti, sono i bimbi che risolvono tutto con la loro semplicità e spontaneità. Così la simpatica giocosità di Diego prende il sopravvento e conquista le operatrici dell’ICBF! Sarà lui che “andrà ad accogliere” per primo la sorellina. E infatti Ana Rosa arriva da noi mano nella mano con Diego: è bellissima e un po’ intimorita, ma tutto procede per il meglio e cominciamo a scartare i regali.
I primi momenti insieme sono un po’ come le prime fasi di una finale di Champions League: ci si studia, si cerca di capire bene chi si ha di fronte e di mostrare il lato migliore di se stessi…ma poi comincia la sfida! La sfida dell’integrazione, del diventare famiglia, del sentirsi figlia di due individui che, arrivati da molto lontano, improvvisamente piombano a rompere la quotidianità della tua vita di bambina di 5 anni, e del sentirsi genitori di una piccola creatura che – ti accorgi subito – richiede più spazio rispetto a quello che le avevi preparato nelle tue braccia, nella tua mente e nel tuo cuore, già “pieni” della presenza di Diego.
Non è stato facile e nemmeno immediato fare questo spazio.
Men che meno i primi due giorni, durante i quali Ana Rosa prende pian piano coscienza che la sua vita è cambiata radicalmente e inizialmente respinge questo cambiamento, con crisi di pianto disperato e rifiuto totale del cibo.
La referente dell’Associazione parla a lungo con la bambina con noi presenti e, grazie al suo intervento, Ana Rosa comincia lentamente a calmarsi forse anche a fidarsi un po’ di più… in attesa di affidarsi definitivamente a noi.
Diego comprende perfettamente la situazione di difficoltà ed è il vero “angelo” della famiglia, capace di rasserenare anche i momenti più complessi.
Ana Rosa migliora ogni giorno che passa, ma cominciamo a fare i conti con la gelosia di Diego.
Ora che i momenti di difficoltà con la piccola sono decisamente meno e soprattutto ora che Ana comincia a occupare i suoi spazi ludici e affettivi, Dieghino inizia a ribellarsi e a farsi sentire!
La nuova vita a 4 è davvero cominciata: non ci resta che tornare in Italia e cercare il nostro affascinante, faticoso, ma gratificante nuovo equilibrio familiare.