Ci è particolarmente gradito, in un momento in cui parte dei media e dell’opinione pubblica sono schierati su posizioni molto ostili nei confronti di chi si occupa di adozioni internazionali, poter dire che Amici di Don Bosco è stato “promosso al primo giro” dalla Commissioni Adozioni Internazionali dopo un accurato esame che ha ravvisato “la permanenza dei requisiti di idoneità, nonché di correttezza, trasparenza ed efficienza dell’azione”. Insomma, la scelta di privilegiare l’assoluta trasparenza delle procedure, la chiarezza e la cura nella relazione con i bambini e le loro famiglie nel pre, durante e nel post adozione è stata premiante.
È una bella soddisfazione per noi operatori che crediamo fermamente nell’importanza di fare bene il nostro lavoro ed è la dimostrazione che, anche laddove ci siano delle zone d’ombra nel settore delle adozioni internazionali, generalizzare è sempre l’opzione più inopportuna.
Un’ulteriore conferma ci arriva dall’Inter-country Adoption Board, l’autorità centrale delle Filippine che, dopo la visita di monitoraggio dello scorso ottobre e in ragione dell’operato e della condotta di Amici di Don Bosco, ci ha autorizzati a continuare il nostro lavoro per altri tre anni.
Siamo grati a tutte le persone che hanno contribuito a questo buon risultato, alle colleghe, ai referenti nei Paesi di origine dei bambini e alle famiglie che hanno creduto in noi e ci hanno dato fiducia. Siamo proprio una bella squadra!
L’arrivo della primavera è l’occasione, come ogni anno, per ritrovarci con le famiglie adottive e con quelle in attesa e per ribadire l’appartenenza all’ Associazione in occasione dell’assemblea annuale dei soci.
Quest’anno ci siamo trovati domenica 31 marzo all’Istituto Figlie della Sapienza a Castiglione Torinese, immerso nel verde di un bel parco fresco e curato. Dopo la S. Messa celebrata dal nostro Presedente don Domenico Ricca, che ha insistito sull’importanza dell’accoglienza in famiglia commentando il Vangelo dedicato alla parabola dei due figli, abbiamo condiviso il pranzo e nel pomeriggio, mentre i bambini hanno giocato sul prato, ci siamo riuniti per l’assemblea.
L’attività di Amici di Don Bosco nell’anno 2018 nell’ambito delle procedure di adozione ha registrato un leggero miglioramento rispetto ai dati 2017 e questo deve incoraggiare tutte le famiglie che si sono messe in cammino con noi: per il secondo anno consecutivo siamo in contro tendenza rispetto ai cali registrati a livello nazionale. Come ha ribadito il Presidente nel suo discorso, “Cari Soci siete voi il futuro dell’associazione oltre che il presente, con il vostro sostegno delle quote, con la presenza nei momenti di formazione e d’incontro, con la diffusione di buone notizie e di buone pratiche nel quotidiano”. Non è mancato l’appello alla raccolta del 5 x mille e al volontariato nelle nostre sedi operative; in questo periodo di Comunioni e Cresime, anche le nostre bomboniere solidali sono una proposta da non trascurare.
I prossimi appuntamenti istituzionali per l’anno 2019? Un’assemblea straordinaria per le modifiche statutarie che il cosiddetto “codice del terzo settore” richiede entro il 2 agosto. E un compleanno speciale: la festa dei 35 anni Amici, che faremo in abbinamento alla Festa di Natale, visto che siamo nati il 12 dicembre 1984.
Un futuro, quello di Amici, che speriamo dia buoni frutti e dove “si coniuga sviluppo e rigore, animato di speranza e concretezza”, per riprendere le parole di don Ricca. I vincoli di un bilancio che registra sofferenze, nonostante grandi tagli e sacrifici, non limitano la nostra creatività e la qualità delle nostre proposte formative; seguitele, perchè sono tante e piuttosto interessanti.
Avevamo promesso un inizio “col botto” e i risultati hanno superato le aspettative: il primo appuntamento di “In vino veritas. Storie di vite” ha registrato il sold out ed è stato un vero successo. Accompagnati dalle bollicine del vino spumante Brut della Cantina Demarie, raccontato con passione e competenza dal produttore Paolo Demarie e dalla nostra sommelier Jyothi Aimino, ci siamo addentrati nel complesso mondo delle emozioni: Antonella Castagno, insegnante e formatrice esperta di processi relazionali, ha suggerito una riflessione sulla gestione della rabbia e dei comportamenti oppositivi nelle dinamiche genitori-figli, provando a tracciare un fil rouge dell’esperienza di Roopa Bea, adottiva adulta di origini indiane. È arrivata in Italia molto piccola, a 13 mesi, ma questo non l’ha messa al riparo dal proprio passato e dal vissuto di abbandono. Oggi è una donna equilibrata e serena ma questa armonia è il frutto di un percorso fatto di crisi, eccessi, esplosioni poi ricomposte con cura.
Come per le bollicine, anche quando si tratta di rabbia bisogna lasciar decantare per riuscire ad assaporare il gusto: le bolle vanno governate, non represse, e non vanno lasciate troppo perché perdono entusiasmo e sapore. Roopa ha imparato a misurare il tempo, a saper aspettare quello giusto e a lasciare spazio alle bollicine che sono una parte della sua storia.
Il secondo appuntamento ci ha portato nel sorprendente mondo dei supereroi: degustando il vino Roero Riserva della Cantina Demarie, che ha saputo crescere in un terreno particolarmente difficile, e l’Erbaluce di Caluso della Cantina Favaro Le Chiusure di Piverone che ha resistito all’oblio, entrambi grazie alla dedizione di chi si è preso cura di quei vitigni, abbiamo lasciato decantare le suggestioni evocate dal racconto della storia di Manuel Antonio Bregonzi, figlio adottivo di origini cilene, guidato da Marina Lomunno, giornalista e madre adottiva. Ripercorrendo con grande trasporto e commozione le pagine del libro scritto insieme a Marcello Foa, “Il bambino invisibile”, Manuel ha raccontato la sua storia eroica di resilienza cominciata nel Cile della dittatura Pinochet, continuata in un bosco dove all’età di cinque anni ha scelto di vivere da solo e approdata tre anni dopo in Italia, a Milano, nel calore di una famiglia adottiva. La ricerca della bellezza sperimentata nell’immersione totale nella natura è la ragione che lo ha spinto a reagire al dolore, alle umiliazioni, alla mancanza di amore per trasformare la sofferenza in forza.
Non c’è due senza tre (e in realtà ci saranno dopo la pausa estiva anche quattro e cinque!) e il prossimo appuntamento con “In vino veritas” è fissato per sabato 11 maggio, sempre alle 17. Degusteremo insieme il vino passito della Cantina Ca’ Richeta di Castiglione Tinella, occasione per parlare di storie a lieto fine che lasciano dolce il palato: quella di Naseem Campana, figlio adottivo di origine indiana, e del suo ritorno alle origini messa in relazione e a confronto da Cinzia Fabrocini, psico-pedagogista esperta, con l’esperienza di viaggio alle origini che lei, madre adottiva, ha vissuto con i suoi figli.
Vi aspettiamo sempre così numerosi e coinvolti!
Recenti articoli di stampa e soprattutto certe immagini possono veicolare un’idea di adozione internazionale lontana dalla realtà. Nel corso degli ultimi anni si è assistito infatti a una radicale modifica delle tipologie di bambini che i Paesi esteri destinano all’adozione. Immagini di neonati con relativo cartellino del prezzo attaccato al polso esistono solo nelle fantasie di chi forse non ha mai rinunciato all’idea di un mercato dei bambini possibilmente piccoli e bianchi.
In realtà, l’età media dei bambini che entrano in adozione internazionale è di circa 8 anni. Di questi, la maggior parte è costituita da minori con special needs. I paesi di provenienza hanno attuato progressivamente politiche nazionali di protezione dell’infanzia, con il risultato che, sempre di più, l’adozione deve considerarsi uno strumento sussidiario e residuale. Inoltre, nessuna coppia può vantare un diritto ad adottare, configurandosi tutto l’iter adottivo come una mera disponibilità ad accogliere un minore in adozione, talché il mandato che si conferisce a un ente è di mezzo e non di risultato.
Anche la tipologia delle coppie che intraprendono percorsi adottivi è mutata nel corso degli anni. Progressivamente, l’età media è abbastanza elevata già in partenza e certamente i tempi di attesa incidono ulteriormente sul dato anagrafico. Va ricordato, a questo proposito, che i tempi lunghi di attesa dipendono prevalentemente dalle procedure all’estero in quanto lo stato di provenienza è sovrano nel determinare quale bambino abbinare a una certa coppia, in comparazione con le coppie di tutto il mondo e nello stabilire i requisiti che questa deve possedere anche diversi e maggiormente stringenti rispetto a quelli previsti dalla nostra normativa. Può pertanto ragionevolmente verificarsi che in questa comparazione una coppia non venga mai presa in considerazione, poiché non è affatto scontato ne’ automatico che a ogni mandato corrisponda una proposta. Ciò nonostante, l’Italia ha il maggior numero di ingressi in Europa ed è seconda nel mondo in termini assoluti.
Le coppie italiane mostrano grande disponibilità all’accoglienza anche di bambini grandicelli e con bisogni speciali diversamente da altri Paesi che progressivamente si stanno ritirando dall’adozione internazionale.
Questa è una peculiarità del nostro Paese che va riconosciuta e valorizzata, indice di una generosità verso i bambini più svantaggiati che purtroppo non sempre emerge dal contenuto di certi articoli o trasmissioni che trattano l’adozione internazionale come dell’acquisto di un prodotto utile a soddisfare desideri e bisogni degli adulti e non quale prezioso strumento di tutela per l’infanzia abbandonata nel mondo. (dal sito della Comissione adozioni internazionali)
Torna “In vino veritas. Storie di vite”. Sabato 23 marzo si parlerà di “vini eroici” e “storie di resilienza”. Manuel Antonio Bragonzi, accompagnato dalla giornalista Marina Lomunno, condividerà con noi la sua storia, il suo percorso, i suoi progetti. Grazie a Jyothi Aimino ritroveremo le note sorprendenti che caratterizzano la vita di Manuel bambino nella degustazione di due vini a modo loro “eroici”: il Roero Riserva della Cantina Demarie e l’Erbaluce di Caluso della Cantina Favaro. Per iscrizioni info@amicididonbosco.org #invinoveritas #demariewines #cantinafavaro.
Si tratta del secondo appuntamento della rassegna, ideata da Amici di Don Bosco Onlus, che ha l’obiettivo di associare storie di vini a storie di adozione, rintracciando nel carattere o nella personalità del vino quei tratti che accomunano molti vissuti di figli e genitori adottivi. Davvero incoraggiante la partecipazione al primo incontro, dedicato alle bollicine: con l’accompagnamento del vino spumante Brut della Cantina Demarie di Vezza d’Alba, Antonella Castagno, insegnante e formatrice esperta di processi relazionali, abbiamo riflettuto sulla gestione della rabbia e dei comportamenti oppositivi nelle dinamiche genitori-figli. Roopa Bea, figlia adottiva di origini indiane, ha raccontato la sua intensa esperienza.
La rassegna “In vino veritas. Storie di vite” consiste in un calendario di 5 incontri, che si tengono nel corso del 2019 al Valdocco di Torino (via S. Maria Ausiliatrice 32), curato dall’associazione in collaborazione con alcune cantine piemontesi e con Jyothi Aimino, figlia adottiva di origini indiane che si è laureata in Scienze Gastronomiche all’Università del Gusto di Pollenzo. L’idea è quella di confrontare le peculiarità e alle sfumature che ritroviamo nei calici e con quelle che si vivono all’interno delle famiglie adottive, proseguendo nel percorso di approfondimento dell’identità adottiva avviato circa due anni fa con il video documentario “Trame”.
Negli altri appuntamenti si parlerà di vini dolci e “storie a lieto fine” (11 maggio), di “radici mobili” e dell’importanza di scegliere il terreno più adatto per un vitigno nato altrove (19 ottobre), di “aceti preziosi” e sconfitte che fanno apprendere (9 novembre). Il percorso comprensivo delle 5 degustazioni costa 50 euro a persona. La partecipazione a un singolo incontro ha un costo di 15 euro.
La Segreteria Tecnica della CAI informa che l’esame delle istanze di rimborso delle spese per le adozioni si è concluso per il 2012 mentre quello del 2013 è in fase di completamento. Nel frattempo, è stata richiesta la riassegnazione in bilancio delle risorse necessarie per procedere alla liquidazione degli importi. Non appena queste saranno disponibili, ne verrà data notizia su questo sito. Per ulteriori informazioni si può contattare Linea CAI Rimborsi il mercoledì dalle 14,00 alle 16,00.
La Commissione per le Adozioni Internazionali, nella persona del Vice Presidente, dott.ssa Laura Laera, insieme ai commissari Anna Guerrieri e Gianni Bardini, ha incontrato nella giornata del 21 gennaio a Roma M.me Abibatou Youm Siby e M. Amadou Ndiaye, rappresentanti dell’Autorità Centrale del Senegal, in visita in Italia.
L’incontro, che si è svolto in un clima di viva cordialità, ha consentito di definire alcuni aspetti delle procedure adottive pregresse e programmare gli interventi necessari per avviare la collaborazione tra i due Paesi, alla luce della nuova normativa emanata in Senegal a seguito della ratifica della convenzione dell’Aja. È stata concordata la successiva realizzazione di un Accordo Bilaterale tra l’Italia e la Repubblica del Senegal.
Come Amici di Don Bosco Onlus abbiamo pensato di inaugurare l’anno con una bella novità affinché sia frizzante, amabile, intenso… con un retrogusto tannico che esalti il palato!
Con “In vino veritas. Storie di vite” vogliamo associare storie di vini a storie di adozione, rintracciando nel carattere o nella personalità del vino quei tratti che accomunano molti vissuti di figli e genitori adottivi.
Amici di Don Bosco Onlus ha, dunque, organizzato un calendario di 5 incontri, per dare spazio alle peculiarità e alle sfumature che ritroviamo nei calici e all’interno delle famiglie.
Si inizia sabato 16 febbraio con un appuntamento dedicato alle bollicine: imparando a conoscere e ad assaporare il vino spumante Brut della Cantina Demarie di Vezza d’Alba, saremo accompagnati da Antonella Castagno, insegnante e formatrice esperta di processi relazionali, in una riflessione sulla gestione della rabbia e dei comportamenti oppositivi nelle dinamiche genitori-figli. Roopa Bea, figlia adottiva di origini indiane, racconterà la sua esperienza e fornirà il suo punto di vista di “testimone privilegiata” sull’elaborazione della rabbia nella sua storia adottiva.
Ci faremo guidare in questa e nelle successive degustazioni da Jyothi Aimino, figlia adottiva di origini indiane che si è laureata in Scienze Gastronomiche all’Università del Gusto di Pollenzo e ha deciso di aprire una sua attività vitivinincola. Ci sembra rappresenti il perfetto ponte tra il mondo del vino e quello delle adozioni e incarni perfettamente il ruolo di testimonial di “In vino veritas”!
Continueremo poi sabato 23 marzo con un incontro dedicato ai vini eroici che abbiamo voluto legare alle storie di resilienza: scopriremo la storia del vino Roero Riserva della Cantina Demarie, che ha saputo crescere in un terreno particolarmente difficile, e l’Erbaluce di Caluso della Cantina Favaro Le Chiusure di Piverone che ha resistito all’oblio, entrambi grazie alla dedizione di chi si è preso cura di quei vitigni. Marina Lomunno, giornalista e madre adottiva, dialogherà con Manuel Antonio Bragonzi, figlio adottivo di origini cilene, autore insieme a Marcello Foa di “Il bambino invisibile”, libro in cui ha raccontato la sua storia eroica cominciata nel Cile della dittatura Pinochet, continuata in un bosco dove all’età di cinque anni ha scelto di vivere da solo e approdata tre anni dopo in Italia nel calore di una famiglia adottiva.
Il terzo appuntamento è fissato per sabato 11 maggio con la degustazione del vino passito della Cantina Ca’ Richeta di Castiglione Tinella, occasione per parlare di storie a lieto fine che lasciano dolce il palato: quella di Naseem Campana, figlio adottivo di origine indiana, e del suo ritorno alle origini sarà presentata da Cinzia Fabrocini, psico-pedagogista ed esperta di adozione, che la metterà a confronto con l’esperienza di viaggio alle origini vissuta con i suoi figli in qualità di madre adottiva. La peculiarità di questi viaggi di ritorno è rappresentata dall’incontro dei nostri protagonisti con le famiglie di nascita.
Dopo la pausa estiva riprenderemo sabato 19 ottobre con la degustazione di un vino nato altrove che ha messo radici solide in Italia: il Syrah Rossomeraviglia della Cantina Favaro Le Chiusure ci darà l’opportunità di parlare di radici mobili e dell’importanza di scegliere il terreno più adatto per un vitigno nato altrove, e capace di dar frutti anche in terre lontane, se si è capaci di averne cura. Lo faremo con Marta Casonato, psicologa specializzata nell’area della genitorialità e dei minori, e con Flor Greco, figlia adottiva di origine guatemalteca.
Il ciclo di incontri si chiuderà sabato 9 novembre con un appuntamento dedicato agli aceti preziosi, affidati alla custodia della Cantina Demarie, a testimonianza del fatto che anche una “sconfitta” può dare risultati straordinari e che su un fallimento è possibile costruire un’esperienza nuova.
Gli incontri si svolgeranno a Torino, in Via Maria Ausiliatrice 32, presso la sede dell’Associazione Amici di Don Bosco ONLUS.
Il percorso comprensivo delle 5 degustazioni costa 50 € a persona.
La partecipazione a un singolo incontro ha un costo di 15 €.
È previsto un servizio di babysitting su richiesta al costo di 5 €.
Iscrizioni entro mercoledì 6 febbraio.
Per informazioni e dettagli info@amicididonbosco.org
Tra le “buone intenzioni” di Amici di don Bosco onlus per il 2019, c’è quella di accompagnare le coppie in attesa e le famiglie adottive nel modo più consapevole possibile, cercando di promuovere una buona cultura dell’adozione. Per questa ragione, come già accennato alla Festa di Natale, abbiamo voluto rinnovare l’impegno preso l’anno scorso con Amici Card, proponendo a tutte e famiglie il progetto “In vino veritas. Storie di vite”: abbiamo pensato di associare storie di vini a storie di adozione, rintracciando nel carattere o nella personalità del vino quei tratti caratteristici che accomunano molti vissuti di figli adottivi.
Si legge infatti nel dépliant illustrativo: “Ogni vino ha una sua personalità e un carattere ben distinto, legati al terreno in cui è cresciuta la vite e a molte altre condizioni interne. Un po’ come accade noim che siamo il risultato di tutte le interazioni con l’ambiente che ci circonda, con chi si è preso cura di noi, con la cultura in cui siamo immersi. La cura del terreno resta la cosa più importante per avere buoni risultati”.
Questo percorso di degustazioni e riflessioni sull’adozione si articola in 5 incontri distribuiti nel corso del 2019. Ci faremo accompagnare nella degustazione da Jyothi Aimino, figlia adottiva di origini indiane che si è laureata in Scienze Gastronomiche all’Università del Gusto di Pollenzo e ha deciso di aprire una sua attività vitivinincola. Le “meditazioni” sull’adozione saranno a cura di esperti, operatori, figli e genitori adottivi che condivideranno la loro esperienza.
Il primo appuntamento è per sabato 16 febbraio alle ore 16.30 con “Le bollicine: quando esplode la rabbia”. Imparando ad assaporare il Roero Arneis nella versione spumante metodo classico della Cantina Demarie di Vezza d’Alba (CN), ci faremo guidare dal racconto di Roopa Bea e dall’esperienza di Antonella Castagno, insegnante, formatrice esperta di processi relazionali e supporto alla genitorialità.
Il costo dell’intero percorso è di 50 euro a persona. La partecipazione al singolo appuntamento è di 15 euro a persona.
Gli altri incontri saranno calendarizzati nei mesi di marzo, maggio, settembre e ottobre. Per ulteriori dettagli scrivere a info@amicididonbosco.org
La Commissione per le adozioni internazionali (Cai) rende noto che nell’anno 2018 è stato autorizzato l’ingresso in Italia di 1394 minori. In particolare i minori provenienti dall’Europa sono stati 640, dall’Africa 121, dall’America centrale e meridionale 330 e dall’Asia 303. La Federazione Russa rimane il Paese con il maggior numero di minori adottati (200), seguita dalla Colombia (169), dall’Ungheria (135), dalla Bielorussia (112) e dalla Cina (84). Tali ingressi, secondo la Cai, “non si discostano in modo rilevante da quelli del 2017, nonostante la chiusura e il rallentamento di alcuni Paesi”.
Nel 2017 i minori adottati erano stati complessivamente 1.439.
Con il segno più, invece, i dati relativi ad Amici di Don Bosco Onlus. Nel 2018 sono stati adottati 27 minori, da un totale di 17 coppie: 22 minori provengono dalla Colombia, 3 dal Benin e 2 dalle Filippine. Nel 2017 erano stati adottati 22 minori, da 15 coppie. Promettente anche la tendenza per il 2019: sette copie sono in ttesa di partenza per accogliere 10 bambini, in seguito alla conferma dell’abbinamento.
La rivista “Vita” ha intanto mappato il bilancio parziale relativo agli Enti accreditati (26 su 55 quelli che al 7 gennaio avevano già pubblicato dati complessivi o parziali sul proprio sito).
Sommando questi dati parziali, scrive “Vita”, “risulta che sono certamente stati adottati in Italia non meno di 831 bambini”. Rispetto ai singoli enti, sempre secondo i dati pubblicati online, “Cifa risulta quello con più adozioni concluse nel 2018 con 137 minori entrati, seguito da Nadia (82 adozioni concluse), Naaa (67 minori e 58 adozioni), Asa (66 minori), AiBi (53 minori e 44 coppie), International Adoption (44 minori al 5 dicembre 2018).
Ogni bambino in qualunque parte del mondo ha diritto a una famiglia. Ha bisogno di te. Dona il tuo 5×1000 all’associazione amici di don bosco onlus: 97513940011.
Associazione Amici di Don Bosco ONLUS
Sede di Torino
Via Maria Ausiliatrice, 32 – 10152 Torino
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Fax +39.011.399.01.96
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Orario al pubblico:
dal lunedì al giovedì ore 9.00 – 12.30 / 14.30 – 16.30
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Orario al pubblico:
dal lunedì al venerdì ore 9.00 – 12.30
giovedì anche 16.00 – 18.30