Sette anni fa partimmo per venirti finalmente ad abbracciare. Lo abbiamo sempre saputo: eravamo già gli uni per gli altri. In fondo, nel profondo, ci conoscevamo già… Dovevamo solo incontrarci.
Che strana coincidenza: siamo partiti per finire questo lungo viaggio il giorno della festa del papà e ti abbiamo incontrato il primo giorno di primavera.
Ci abbiamo pensato dopo ma è veramente un bel giorno per incontrarsi!
Nella mente avevamo il bel sorriso contagioso della fotografia, ma quello che ci importava veramente era di stringere questa figlia, che sembrava nostra da sempre. In realtà eravamo un po’ egoisti: i figli non ci appartengono ma ci vengono donati.
Nostra per noi voleva solo essere il vocabolo per esorcizzare le parole papà e mamma. Tanti dubbi, tante paure una sola luce, dal giorno dopo saremmo stati in tre.
L’emozione era tanta ma non ci sentivamo dei supereroi, anche se la strada era stata lunga, piena di curve, tornanti, burocrazia, attese interminabili ma sapevamo che ci aspettavi.
Sei entrata nella nostra vita con il tuo sorriso solare della tua terra e questo sta accompagnando il momento infinito, di felicità che dura da quel giorno.
Ci siamo detti: fine di un lungo viaggio e inizio di una nuova vita, fatta di curiosità, affetto, testardaggine, coccole, temporali, arcobaleni, acquazzoni ma una nuova vita.
Nuova vita iniziata con 3 vocaboli fondamentali: pipi, pupù, hungry, a testimoniare che le barriere tante volte siamo noi adulti.
Stai crescendo, mannaggia quanto era bello stringerti e tenerti in braccio ma quanto è emozionante ogni giorno! Anche con i chiaroscuri la vita può essere bella.
A domani, promesso… Make it happen.
Trisha, Paolo e Monica