Si chiama “Adozione 3.0”. E’ un coordinamento che riunisce 49 Enti accreditati per le adozioni internazionali su 51, tra cui Amici di Don Bosco onlus. Si sono ritrovati qualche settimana fa a Roma, per un’assemblea autoconvocata, con l’obiettivo di chiedere il rilancio del settore, che – come noto – da anni sta attraversando una forte crisi. La rivista “Vita” riferisce che “Adozione 3.0” non è un coordinamento e non sostituisce i coordinamenti esistenti. Piuttosto, una “cabina di regia” per il rilancio delle adozioni internazionali, lavorando su punti molto concreti. La rivista spiega che “un’azione di rilancio per le adozioni è infatti irrinunciabile” e “certamente il chiederla e promuoverla insieme ha una forza e un impatto maggiore”. Insomma, “all’ingresso nel loro terzo decennio, le adozioni hanno bisogno di un rilancio: per la prima volta tutti gli enti autorizzati lo chiedono e lo promuovono insieme. Perché non si tratta di salvare gli enti, ma un sistema: le adozioni infatti calano, ma nel mondo i bambini che aspettano una famiglia aumentano”.
Dopo il 2010, con il raggiungimento di 4.300 adozioni, le adozioni hanno segnato un progressivo calo, fino ad arrivare alle 1.130 adozioni del 2018, che hanno dati una famiglia a 1.394 minori). La cifra del 2019 “balla” attorno alla soglia delle 1.000 adozioni (al 30 ottobre erano 994). La segreteria operativa di “Adozione 3.0” è composta da Gianfranco Arnoletti, Pietro Ardizzi, Cinzia Bernicchi, Anna Torre, Maria Virgillitto.
“Gli argomenti al centro dell’attenzione sono i rapporti con i Paesi stranieri, la formazione degli operatori delle adozioni, i progetti di cooperazione finanziati dalla CAI, la possibilità di dare un sostegno economico alle famiglie che adottano”, riferisce Daniela Bertolusso, che sta partecipando per la nostra Associazione ai lavori del gruppo Adozioni 3.0. “Amici don Bosco si sente in grado di offrire il proprio apporto concreto nell’area della formazione: il lavoro con gli adottati adulti, il cortometraggio ‘Trame’, l’esperienza di ‘In vino veritas’, che hanno riscosso consensi anche in ambito accademico ed aperto la porta a importanti collaborazioni nell’area della ricerca internazionale, rappresentano una risorsa importante per avvicinare operatori e famiglie alla realtà attuale dell’adozione internazionale. Servono famiglie sempre più ‘attrezzate’ e il periodo di monitoraggio post adottivo che offriamo alle nostre coppie ci aiuta a essere sempre in sintonia con i bisogni reali dei bambini che arrivano oggi in adozione internazionale”.
Anche la Commissione adozioni internazionali, attraverso la vicepresidente Laura Laera, ha fatto conoscere, attraverso i primi contatti, il suo apprezzamento per la ritrovata unità degli Enti. Sul tavolo, la ripresa di accordi bilaterali e missioni con i Paesi esteri e lo spinoso tema dei numerosi decreti vincolati emessi da alcuni Tribunali per i minorenni.
Il Coordinamento punta a incontrare in tempi brevi la nuova presidente della Cai, la ministra Elena Bonetti; intanto si riunirà nuovamente in plenaria martedì 3 dicembre. (Bruno Desidera)